Ricerca sul DMV “Deflusso Minimo Vitale” del fiume Ticino dalla diga della Miorina alla confluenza con il Po

Prof. Ugo Majone
Studio Maione Ingegneri Associati, Milano, Italia
Sintesi Pubblicazione n°21/1999 del “Consorzio del Ticino”
Altri autori:
dr.Doriana Bellani, dirigente Consorzio Ticino
ing.Michele Buffo, idrologo coordinatore (Hydrodata S.p.A.)
ing.Silvano Ravera, esperto gestione risorse idriche (Risorse idriche S.p.A.)
ing.Cecilia Mosca, idrologo (Risorse idriche S.p.A.)
dr.Nicola Quaranta, idrogeologo (Risorse idriche S.p.A.)
dr.Fabrizio Merati, idrobiologo (Risorse idriche S.p.A.)

Sommario

Le portate defluenti dal Lago Maggiore sono, come noto, regolate dallo sbarramento mobile della Miorina, mentre le acque del Ticino a valle del lago sono derivate per utilizzazioni irrigue, idroelettriche e per altri scopi. Nel corso dell’esercizio della regolazione si sono presentate numerose e particolari esigenze connesse con la salvaguardia del territorio e dell’ambiente: riduzione dei sovralzi lacuali durante le piene, controllo dei livelli minimi del lago, riduzione delle fallanze nel periodo irriguo, controllo dei fenomeni di piena del Ticino emissario, ecc… a questi problemi “storici” se n’è aggiunto nel tempo un altro di grande rilievo economico e sociale: il rilascio di adeguate portate nel corso d’acqua per garantirne il deflusso minimo vitale.

La ricerca sul DMV del Ticino sublacuale è stata affrontata con un’approfondita indagine conoscitiva rivolta alla caratterizzazione sia del sistema fisico (idrologia dei deflussi superficiali, idrogeologia, qualità dell’acqua, componenti biologiche, habitat fluviali) sia dei fattori antropici (utilizzazioni della risorsa idrica e altre forme di fruizione del corso d’acqua), analizzati anche dal punto di vista dell’impatto economico e sociale conseguente ad ipotetici scenari di regolazione delle portate ed in base a diverse modalità di rilascio dei deflussi minimi.

Per quanto riguarda il sistema fisico, le valutazioni sulla distribuzione dei deflussi superficiali lungo l’asta del fiume, finalizzate alla definizione del bilancio tra portate naturali, derivazioni, scarichi, apporti di risorgiva e perdite in subalveo, hanno evidenziato la presenza delle maggiori criticità per deflussi di magra nel tratto Panperduto-Oleggio. La conformazione assunta dal Ticino a valle di Panperduto durante i periodi di minima portata è quella di un corso idrico di modesta entità che congiunge alcuni ambienti lentici costituiti dalle poche zone a sufficiente profondità presenti lungo il tratto in studio. La risposta della comunità ittica nelle condizioni di minima portata è quella di concentrarsi nelle zone lentiche, colonizzando le zone rhitrali solo temporaneamente e durante i periodi di piena.

Inoltre, fatta eccezione per la temperatura, direttamente correlata con i cicli vitali dell’ittiofauna, la qualità chimico-fisica delle acque risulta in generale accettabile e non costituisce un elemento di criticità per lo studio della regola del DMV.

L’analisi idrologica è stata finalizzata alla ricostruzione del regime naturale di riferimento antecedente le regolazioni; all’individuazione di periodi storici di criticità in magra; alla simulazione di scenari relativi all’andamento dei deflussi di un decennio di riferimento in presenza di rilasci per DMV di diversa entità considerando le seguenti ipotesi:

1) compensazioni a carico degli utenti del tratto sublacuale;
2) compensazione mediante regolazione dal lago;
3) compensazione mediante rilasci dai serbatoi artificiali ENEL.

La fase di analisi del DMV, impostata sui risultati dell’indagine conoscitiva e supportata da specifiche campagne di rilevamento di parametri idrologico-idraulici, ittiologici, di qualità dell’acqua e ambientali, è stata articolata nell’applicazione di diverse metodologie, relative ai modelli idrologici assunti da normative esistenti, all’analisi dei parametri idraulico-morfologici, a metodiche basate sulle condizioni vitali per l’ittiofauna e/o sulla ricerca dello stato ottimale dell’ambiente fluviale complessivo.

Nell’ambito dello studio, infine, è stato elaborato un tipo di sistemazione e riqualificazione dell’ambiente fluviale per il conseguimento di determinati obiettivi di qualità degli habitat, attraverso interventi mirati a favorire velocità e profondità di deflusso ottimali per l’ittiofauna, aree di rifugio e nicchie ecologiche ripariali, condizioni di flusso e ombreggiatura tali da ridurre l’effetto di riscaldamento delle acque, ecc…

In conclusione, l’obiettivo del presente lavoro è consistito, tra l’altro, nel fornire elementi per la definizione di una regola di gestione del DMV basata non solo sull’entità e sulla modulazione della portata, ma articolata in un complesso di interventi su più variabili fisiche interdipendenti.

http://www.ticinoconsorzio.it/images/CopertinePubblicazioni/o1999.pdf