di Marco Belicchi

Si è conclusa nei giorni scorsi al padiglione “Nervi” di Parma, oggi “Workout Pasubio”, la mostra dei progetti in concorso per il futuro ponte della Navetta crollato il pomeriggio del 13 ottobre 2014 sotto l’impeto della piena del T. Baganza. Il concorso di idee, voluto dal Comune di Parma, ha permesso ad 87 gruppi di progettazione di presentare altrettante proposte per la ricostruzione del ponte ciclopedonale.

Studio Majone ha partecipato con lo studio “BMN architetti” di Parma (architetti Elena Bonelli, Luca Monica, Nicola Simboli, Tommaso Brighenti, Luca Bergamaschi), l’architetto Stefano Cusatelli per la parte di ricerca storica ed il prof. ing. Raffaele Poluzzi per il supporto ingegneristico e strutturale.

Marco Belicchi di Studio Maione Ingegneri Associati ha curato la verifica di compatibilità idraulica, consentendo allo studio architettonico di individuare una soluzione progettuale che riducesse al massimo l’impatto in elevazione del nuovo ponte.

Progettato come un “ponte di pietra” ad arco, come i ponti di città della storia di Parma, è tuttavia capace di corrispondere alle cospicue dimensioni richieste dal bando con le tecniche della più avanzata ingegneria del calcolo e della costruzione dei ponti. La scelta di questa tipologia di ponte, ad arco ribassato molto snello, in cemento armato precompresso consente un disegno contenuto nelle misure e fluido nel profilo. Materialmente e cromaticamente il ponte è realizzato con un cemento bianco a vista additivato per migliorarne le qualità estetiche e di resistenza.

Il disegno del ponte è stato reso il più possibile snello e sottile in chiave (1,10 m) a fronte della grande luce (73,10 m); lo spessore della lastra che forma l’arco principale è di cm 30.

La sua altezza complessiva (m 4,30 dalla quota arginale di +65,54 m s.l.m.) è la minima ottenibile dalla geometria dei vincoli:

— l’altezza di franco libero dell’alveo definito dal Bando e dalle norme;

— la pendenza delle rampe sul ponte all’8%, secondo le norme di accessibilità.

La struttura della “passerella”, ad arco incastrato e fortemente “ribassato” trasmette alle spalle una spinta di circa 1000 tonnellate contestuali ad un momento di circa 1000 tonnellametri, azioni che le spalle trasmettono ai pali di fondazione.

La costruzione dell’arco di cemento armato è ipotizzata in due fasi (schemi nella tav.1) con suddivisone dell’intera lunghezza di circa m 74 in quattro settori: i due settori direttamente afferenti alle spalle saranno realizzati su casseri metallici ad andamento circolare appoggiati alla spalla a ad una pila provvisoria sistemata al quarto della luce: ogni sezione, a presa avvenuta, si sosterrà a sbalzo dalla spalla grazie anche all’impiego di alcuni cavi di precompressione; i due settori centrali saranno realizzati contemporaneamente, con le stesse centinature metalliche impiegate nella prima fase e riposizionate sotto ai settori centrali usufruendo di una terza pila in centro alveo.