RICONNESSIONE CORSI D’ACQUA PER CONSERVAZIONE FAUNA ITTICA

Quando si interviene in un corso d’acqua non sempre l’opera realizzata è una miglioria da tutti i punti di vista. Un ruolo particolarmente negativo è rappresentato dall’inserimento di interruzioni e salti di quota, si creano punti di frammentazione spesso invalicabili per la fauna ittica. Gli sbarramenti, come le dighe o le traverse, costituiscono un ostacolo per le popolazioni ittiche, segregandole in nuclei riproduttivi isolati.

I motivi che rendono importanti la realizzazione delle scale di risalita dei pesci o altri sistemi che riconnettono i tratti di un corso d’acqua quando un intervento umano, o un evento naturale, impone una interruzione sono molteplici:

  • attirare i pesci migratori in un punto a valle dell’ostruzione
  • indurre i pesci a passare a monte
  • evitare l’estinzione dovute ad eventi anche naturali
  • evitare lo sconfinamento
  • favorire la biodiversità

Le dighe rappresentano un ostacolo per le specie  ittiche che per la  riproduzione hanno necessità di spostarsi in zone congeniali.

Una delle proprietà tipiche di ogni ecosistema è la connettività. Particolarmente accentuata nei sistemi fluviali, che rappresenta le molteplici interazioni/retroazioni tra le diverse componenti biotiche ed abiotiche di un sistema.

Proprio questa esigenza di spostamento della fauna ittica, seppure con modi e tempi estremamente differenti, può presentarsi nell’arco temporale di una giornata, di una stagione, di un anno o di più anni.

La realizzazione di un “corridoio ittico” passa attraverso numerose valutazioni, economiche, ambientali, paesaggistiche.

Nell’esempio del corridoio di 580 Km dal Mar Adriatico al lago di Lugano, inaugurato il 17/03/2017 i vincoli progettuali sono stati:

  • ristabilire la connessione ecologica del corridoio acquatico sia per il ramo naturale che per il ramo artificiale;
  • la possibilità di movimento per le specie garantita per i due sensi: da valle verso monte ma anche da monte verso valle; facilitare la risalita di anguilla, lampreda e cobite comune in corrispondenza dei setti, di substrati che riducano sul fondo la velocità e permettano un rugosità facilitativa alla risalita;
  • facilitare la risalita di anguilla, lampreda e cobite comune in corrispondenza dei setti, di substrati che riducano sul fondo la velocità e permettano un rugosità facilitativa alla risalita
  • la risalita dell’ittiofauna in presenza di differenti condizioni idrauliche sull’intero anno solare indipendentemente dalla concentrazione o meno in alcuni periodi di esigenze trofiche e/o riproduttive di specie particolari

PRINCIPALI TIPOLOGIE DI PASSAGGI PESCI

La più moderna classificazione delle tipologie di passaggi per pesci (cfr. “Linee guida per il corretto approccio metodologico alla progettazione dei passaggi per pesci” – Provincia di Modena, Marzo 2006 e E. Pini Prato – C. Comoglio “Applicazioni dell’idraulica all’ecologia dei sistemi fluviali: i passaggi artificiali per pesci”, XXX° Convegno di idraulica e Costruzioni Idrauliche IDRA 2006) prevede la seguente classificazione nelle seguenti tre macrocategorie, sulla base dei relativi principi di funzionamento: i passaggi tecnici, i passaggi semi-naturali ed i passaggi speciali.

Nello specifico:

1. Passaggi tecnici: sono le tipologie più comuni, ampiamente collaudate ed apparentemente simili a comuni opere di ingegneria civile, che privilegiano l’uso di murature e parti metalliche o meccaniche (paratoie), non imitando situazioni naturali come rapide e rocciosità. Tra questi i più noti ed utilizzati sono:

  • passaggi a fenditure verticali (vertical slot), in cui il canale in calcestruzzo o muratura viene opportunamente intervallato con setti divisori trasversali (in muratura, calcestruzzo o legno) dotati appunto di una fenditura a tutta altezza (talvolta alternata sui due lati);
  • passaggi a bacini successivi (pool passes), il cui funzionamento è basato sulla ripartizione della portata in stramazzi, luci di fondo e fenditure laterali; come per i passaggi a fenditure laterali, i bacini assolvono al duplice scopo di dissipazione del contenuto energetico della corrente transitante e di creazione di zone di sosta per i pesci;
  • passaggi a rallentatori, o tipo “Denil”, dal nome del loro inventore, permettono il rallentamento della corrente (anche con pendenze di fondo molto elevate), mediante la dissipazione dell’energia cinetica della corrente ad opera di deflettori posti sul fondo e/o sulle pareti del canale .

2.Passaggi semi-naturali (close to nature): trattasi di passaggi artificiali il cui aspetto imita il più possibile le caratteristiche naturali del corso d’acqua mediante rapide, corsi d’acqua minori, piccoli tributari, ecc.. Talvolta possono essere realizzati anche con tecniche di ingegneria naturalistica, come nel caso delle rampe in pietrame, realizzate su tutta la larghezza del canale, senza utilizzo di calcestruzzo per l’intasamento dei massi. A questa categoria appartengono anche: i canali by-pass che consentono l’aggiramento dello sbarramento mediante corsi d’acqua artificiali realizzati prevalentemente con materiali naturali e le fish ramps , rampe che occupano parzialmente la larghezza di uno sbarramento già esistente e sono realizzate con massi di piccole e medie dimensioni (boulders), disposte in maniera irregolare sul fondo per ridurre la velocità di deflusso.

3.Passaggi speciali: opere che permettono il passaggio dei pesci senza ricostituire radicalmente la continuità fluviale. I pesci vengono spostati passivamente o indotti a passare, ma il corso d’acqua continua a rimanere funzionalmente interrotto. Le chiuse da pesci funzionano come le conche di navigazione, catturano i pesci in un comparto e li travasano in quello superiore; sullo stesso principio si basano gli ascensori da pesci, in cui il trasporto da un tratto ad un altro del fiume avviene tramite vasche sollevate meccanicamente. Le scale per anguille consistono invece in serie di canalette sintetiche sul cui fondo vengono poste delle setole sintetiche che rallentano il flusso idrico, consentendo al pesce la reptazione tra le spazzole umide. Infine, i passaggi attraverso i tombini ed attraversamenti stradali sono adeguamenti del fondo e della pendenza dei condotti esistenti finalizzati a creare condizioni idrodinamiche e morfologiche idonee al moto.

 

Prima di scegliere la tipologia da usare dobbiamo analizzare il luogo in cui siamo e le caratteristiche del corso d’acqua:

  1. la portata transitante, che deve essere pari al Deflusso Minimo Vitale (DMV)
  2. la velocità dell’acqua e il tirante idrico
  3. localizzazione all’interno del corso d’acqua

Il secondo elemento progettuale è la valutazione degli aspetti biologici.

Alcuni parametri:

  • Velocità massima e velocità di crociera in cui L è la lunghezza del pesce in metri:

Vmax=0,4+7,4·L [m/s]

Vcr=0,15+2,4·L [m/s]

  • Distanza percorsa in relazione alla velocità di corrente; dove U è la velocità della corrente; T il tempo di resistenza di un pesce che nuota ad una determinata velocità:

D = (V – U) x T

  • La traiettoria seguita dal pesce è parabolica, la massima altezza raggiunta dipende dalla velocità iniziale e dall’angolo di uscita dall’acqua:

Umax = (V0 senα)2/2g

 

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Il quadro normativo relativo ai passaggi per l’ittiofauna fa riferimento a due normative nazionali risalenti ai primi anni del secolo scorso:

L’art. 6 del Regio Decreto n.1486 del 22 novembre 1914, Regolamento per la pesca fluviale e lacuale, e s.m.i., stabilisce che: “in caso di concessioni di derivazioni d’acqua, a scopo industriale od agrario, il Prefetto dovrà esaminare se occorra prescrivere ai concessionari scale di monta, piani inclinati, graticci all’imbocco di canali di presa, ed altre misure a tutela degli interessi della pesca.

Regio Decreto n.1604 del 8 ottobre 1931. Approvazione del testo unico delle leggi sulla pesca, e s.m.i., stabilisce che: “nelle concessioni di derivazione d’acqua debbono prescriversi le opere necessarie nell’interesse dell’industria della pesca (scale di monta, piani inclinati, graticci all’imbocco dei canali di presa, etc.), in base agli elementi tecnici che saranno richiesti al Ministero dell’agricoltura e delle foreste. Con le stesse modalità possono anche essere ordinate modificazioni in opere preesistenti, e, qualora la costruzione di opere speciali per la pesca non sia possibile, potranno prescriversi al concessionario immissioni annuali di avannotti a sue spese.”

A livello comunitario il principale riferimento è la Direttiva 2000/60/CE (del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque), nota come Direttiva Acque, recepita in Italia con il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., che individua la continuità del fiume come elemento qualitativo idromorfologico per la classificazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua superficiali.

 

Molte regioni hanno emanato alcune leggi in merito ai passaggi pesci :

Lombardia :

L.R. 26 Maggio 1982, n. 25 (oggi abrogata)

L.R. 30 Luglio 2001, n.12, art 8 Adozione documento tecnico regionale per la gestione ittica.

L.R. 5 Dicembre 2008, n.31 Titolo IX ”Disposizioni sull’incremento e la tutela del patrimonio ittico e l’esercizio della pesca nelle acque della Regione”.

Quaderni della Ricerca n.125 –gennaio 2011 Interventi idraulici ittiocompatibili: Linee guida

Toscana :  L.R. 3 Gennaio 2005, n.07 art 14

Piemonte: L.R. 29 dicembre 2006, n. 37 “Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca

 

Per approfondire l’argomento sul nostro sito:

Esempio di rampa risalita pesci con massi: Riqualificazione fiume Olona

Riferimento alla legge di stabilità 2016 in materia di tutela della natura e sviluppo sostenibile, valutazioni ambientali, energia, acquisti verdi, gestione dei rifiuti e bonifiche, difesa del suolo e risorse idriche : Collegato ambientale

Esempio nuove sponde con sporgenze per la risalita degli anfibi e nicchie per rifugio pesci: Canale Villoresi

Esempio di corridoio per passaggio pesci: Progetto Definitivo cassa di espansione Baganza